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Assicurazioni, nasce ‘Rca Napoli virtuosa’: intervista all’assessore Esposito

Presentato ieri presso l’assessorato allo Sviluppo del Comune di Napoli il comitato ‘Rca Napoli Virtuosa’, uno strumento che si pone l’obiettivo di mettere a punto misure a tutela dei consumatori onesti contro il caro-assicurazioni.

Secondo l’assessore Marco Esposito sono collegati a questo problema numerosi fattori anomali, come l’elevato numero di veicoli assicurati fittiziamente fuori provincia, la presenza di testimoni che hanno assistito a decine di sinistri, le perizie gonfiate sui danni, le disdette immotivate dei contratti.

Il comitato «definirà i criteri per censire i napoletani virtuosi cui applicare gli sconti della convenzione tariffaria», e vedrà la partecipazione delle associazioni dei consumatori, rappresentanti dei periti assicuratori, delle compagnie assicurative, dell’Isvap e delle forze dell’ordine.

Il Punto Magazine ha intervistato l’assessore Esposito per conoscere i dettagli di questa ‘piccola’ rivoluzione.

Assessore, qual è l’obiettivo del comitato ‘Rca Napoli Virtuosa’?

L’obiettivo del comitato è di arrivare a formulare una convenzione tariffaria per una quota di napoletani definiti cittadini virtuosi: il punto è come definire questi cittadini e come premiarli. Puntiamo ad ottenere delle autolimitazioni delle tariffe da parte delle compagnie assicurative che si occuperanno di liquidare in tempi più celeri a fronte dei comportamenti virtuosi dei cittadini. Per esempio, se un automobilista in caso di sinistro si impegna a non mettere l’avvocato l’assicurazione deve garantire la liquidazione in tempi rapidi e certi. Già questo ridurrebbe i costi. Si pensi che in Campania in oltre il 40% dei sinistri l’automobilista da immediatamente la pratica all’avvocato. La seconda regione è la Puglia con il 19%. Nel resto d’Italia la media è del 7%. E non stiamo parlando di incidenti e sinistri che finiscono con una causa.

Come avverrà il censimento degli automobilisti napoletani virtuosi?

La mia idea è che nell’ambito di quello che può fare il Comune, non potendo noi fare i discorsi che fa l’assicurazione (classe di merito, bonus malus, etc…), vorremmo individuare i cittadini modello sulla base dei loro comportamenti civici: ad esempio individuando chi paga la Tarsu, che comunque è un comportamento virtuoso, o chi non è mai stato sanzionato per contravvenzioni del codice della strada. Chi dimostra di essere un cittadino modello sulla base di tutta una serie di parametri avrà una sorta di valore aggiunto. La formula può essere quella del contratto assicurativo normale al quale poi si applica la convenzione ‘Rca napoli virtuosa’ in modo che al soggetto che ha ottenuto questo bollino dal Comune di Napoli la compagnia assicurativa applichi uno sconto e entrambe le parti convengono che, al fine di dimezzare i tempi delle pratiche non si farà ricorso all’avvocato, e che la liquidazione avverrà in tempi rapidi. Questo abbatterebbe non poco i costi per la compagnia, e di conseguenza le tariffe per la collettività.

Che «le tariffe così alte siano criminogene, spingano le persone a commettere illeciti» come lei ha detto è sicuramente vero, ma lo è anche il contrario ovvero che a Napoli esiste un vero e proprio sistema di ‘redistribuzione della ricchezza’ legato ai sinistri al quale partecipano molti soggetti (dall’avvocato al liquidatore, passando per i testimoni). Come rompere questo circolo vizioso?

Questo sistema esiste e non può essere azzerato, ma può essere contenuto. Perché se parliamo di soggetti criminali vanno combattuti. I fenomeni come questo vengono anche percepiti, socialmente, non come una truffa ma come una cosa tollerabile. E’ chiaro che intervenire facendo pagare 2mila euro per assicurare uno scooter non è la strada giusta. La strada giusta è l’autolimitazione delle truffe e un ritocco al ribasso delle tariffe.

Il fenomeno non è che non vi sia al nord, solo che qui è più evidente. Noi non dobbiamo nascondere i dati, è vero che qui ci sono meno incidenti e meno morti ed è vero che le auto hanno meno valore che in altre parti d’Italia. Nonostante ci siano meno incidenti reali i sinistri denunciati a Napoli sono di più rispetto alla media nazionale: Napoli è la provincia d’Italia in testa per numero di sinistri denunciati, quindi è evidente che vi sono sinistri fasulli.

Quindi il Comune come combatterà questo ‘sistema’?

Si inizia dando dei segnali forti: si va a prendere un falso testimone, una persona che ha testimoniato in venti sinistri falsi e ne fai un caso emblematico per dare un segnale. Inoltre a chiunque va a testimoniare chiedi il codice fiscale al fine di creare una banca dati dei testimoni e fare accertamenti, per avere l’univocità della persona. Queste cose fungerebbero da deterrente e farebbero si che questo fenomeno venga contenuto. Non abbattuto completamente.

Un avvocato mediamente raddoppia il costo del sinistro: il cliente ha sempre lo stesso rimborso che gli spetta e l’avvocato prende la stessa cifra del suo cliente, cifra che viene liquidata dall’assicurazione. Anche questi comportamenti fanno lievitare le tariffe. Io Comune, in qualità di rappresentante di una comunità, intervengo e dico: “cominciamo tra di noi a comportarci in maniera virtuosa direttamente, e collettivamente contrattiamo condizioni migliori”.

Poi nell’ambito di un movimento culturale si può spingere affinché il Parlamento si muova verso il contrasto alle frodi.

A.I.

da Il Punto Magazine

L’ordinanza del Comune per la riduzione dei rifiuti è un flop

Quella che era stata annunciata come la svolta del Comune per far fronte all’emergenza rifiuti si sta rivelando un vero e proprio flop. Pochi controlli, pochissimi quelli che rispettano le direttive di Palazzo San Giacomo. Così, la città è invasa dai cartoni mentre la verdura continua ad essere venduta con tutto il fogliame. Insomma, ci si aspettava di più. Intanto il premier Silvio Berlusconi ieri ha fatto una nuova promessa: «Pensiamo che nei prossimi due giorni Napoli sarà pulita», ha detto il premier.

Dall’emissione dell’ordinanza da parte del Comune, il 25 novembre scorso, sono state emesse contro i trasgressori, 3.975 notifiche mentre i verbali si sono fermati a quota 284. L’impressione è che l’ordinanza fu varata per mettere una pezza sulla differenziata che continua a marciare a ritmi ridotti piuttosto che per cambiare strutturalmente il ciclo dei rifiuti.

L’Ordinanza Sindacale n. 1950 del 25/11/2010 riguarda soprattutto i commercianti, e prevede che: Gli esercenti dovranno depositare gli imballaggi di carta e cartone, opportunamente ripiegati e legati, esclusivamente nelle immediate vicinanze dell’esercizio commerciale, a giorni alterni secondo il calendario e gli orari comunicati dall’ASIA Napoli S.p.A. alle associazioni di categoria; Gli esercenti con attività di vendita di prodotti alimentari dovranno vendere esclusivamente prodotti vegetali defoliati; e i titolari di cantieri edili aperti nel territorio cittadino dovranno utilizzare appositi contenitori per i rifiuti inerti di risulta derivanti dall’attività edilizia; Viene sancito l’utilizzo di bottiglie di vetro a rendere per la somministrazione di acqua e di altre bevande; Per ridurre la presenza di ingombranti per le strade, il comune chiede ai cittadini di utilizzare esclusivamente il sistema di conferimento gratuito ad Asia Napoli spa previa prenotazione al numero verde 800 16 1O 1O. Il Comune fa inoltre divieto di distribuzione di volantini cartacei.

Alessandro Ingegno

da Eco dalle Città

Tangenziale di Napoli: anomalie e proteste

Xcittà ha cercato di capire perché, a oltre 40 anni dalla sua nascita, quest’infrastruttura fondamentale per la città susciti ancora tante polemiche: tra convenzioni rinnovate, pedaggio, gestione delle sanzioni amministrative e un gruppo di protesta con 6mila iscritti su Facebook.

La tangenziale di Napoli, nata nel 1968 con un accordo tra Anas e Tangenziale Spa (allora Infrasud), è ufficialmente un asse autostradale urbano (A56) di 20 km che collega un’autostrada a una strada statale. Il costo del pedaggio, attualmente di 80 centesimi, ha subito negli ultimi 3 anni un rincaro del 23% passando dai 65 centesimi del dicembre 2006 agli 80 del gennaio 2010. La prima anomalia riguarda sia il rincaro, che segue di pari passi i rincari di Autostrade, sia la richiesta del pedaggio: la tangenziale di Napoli è l’unica in Italia – o forse in Europa – interamente a pagamento. Per fare qualche esempio la tangenziale di Milano (A50) e il raccordo anulare romano (A90) sono gratuiti, mentre a Torino si paga solo per l’attraversamento dell’intero asse.

Tangenziale Spa, concessionaria ANAS per la gestione dell’A56, fa parte del Gruppo Iri controllata attraverso Atlantia – società il cui principale azionista è il gruppo Benetton –, ha infatti stabilito che il pedaggio debba essere pagato a prescindere dalla lunghezza del tragitto effettuato e dal tipo di mezzo in quanto il sistema di classificazione individua i veicoli in base agli assi.

Quando fu inaugurato il primo tratto della tangenziale, nel 1968, nell’accordo stipulato con ANAS si stabilì un pedaggio pari a 300 lire, giustificato con il necessario rientro dei capitali investiti per l’opera infrastrutturale. La convenzione però prevedeva una durata massima di 33 anni tra ANAS e società di gestione: scaduta nel 2001 la Tangenziale Spa annunciò di non poter coprire le spese di manutenzione, giustificando così il prolungamento del pedaggio. L’accordo è stato così rinnovato fino al 2008, a fronte dell’impegno da parte di Tangenziale Spa ad effettuare una serie di opere di manutenzione, e lo status quo – seconda anomalia – permane tutt’oggi. Il pedaggio, di cui un gruppo di pressione di 6mila persone su Facebook ne chiede l’abolizione, grazie ai rincari degli ultimi 3 anni e ai circa 300 mila accessi quotidiani ha fruttato alla società, nel solo 2009, un ricavo netto di 54 milioni di euro.

Su quest’infrastruttura fondamentale per la città di Napoli il comune non ha alcuna voce in capitolo: l’assessore alla mobilità Nuzzolo ci ha infatti spiegato che trattandosi di un accordo concluso tra privati, e non essendo il comune detentore di alcuna quota azionaria, il comune non ha nessun potere decisionale. Il comune oltretutto – terza anomalia – non incassa neanche il pagamento delle sanzioni amministrative, come quelle derivanti dalle violazioni dei limiti segnalate dai tutor introdotti nel 2009. Come si legge infatti nella Carta Servizi di Tangenziale Spa “le sanzioni sono emesse ed incassate direttamente dal Ministero dell’Interno tramite la Polizia Stradale – quindi i proventi non sono direttamente reinvestiti sul territorio napoletano ma vengono amministrati e ridistribuiti centralmente – mentre i proventi dei pedaggi sono destinati al recupero degli investimenti già effettuati o da effettuare, a sostenere le spese di ammodernamento, innovazione, gestione e manutenzione della rete”.

da Xcittà

Detroit 2010: il must è ecologico

Si è appena conclusa la 103esima edizione della Naias di Detroit, l’auto show più importante del mondo, è quindi il momento di tracciare un bilancio su ciò che il settore automobilistico propone per l’anno nuovo. Il Salone di Detroit è il luogo dove ogni anno l’intero settore automobilistico mondiale si da appuntamento e si confronta: l’edizione 2010 ha avuto oltre mille compagnie espositrici, 60 nuovi veicoli presentati, grande spazio dedicato al downsizing, e soprattutto un posto d’onore riservato alle auto ecologiche. La “Electric Avenue”, allestita nello spazio del Cobo Center, in precedenza utilizzato da GM per i marchi ormai accantonati, è stata dedicata interamente all’esposizione dei veicoli ibridi ed elettrici di Fiat, Toyota, Honda, Volkswagen, Bmw e la cinese BYD Auto.

C’era grande attesa in particolare per la nuova Leaf della Nissan: la prima vettura elettrica prodotta in serie destinata al mercato mondiale. L’energia è fornita da batterie agli ioni di litio. La Nissan Leaf dovrebbe garantire prestazioni ragionevoli, in linea con le altre economiche del segmento C. Il motore elettrico è in grado di erogare 107 cavalli e 280 Nm di coppia, dati tipici di molte vetture di taglia media. E con la possibilità di ricaricare l’80% delle batterie in soli 30 minuti. La Leaf inoltre può tornare in strada velocemente: una ricarica completa richiede circa 8 ore, il tempo di una notte.

Grande attesa c’era anche per il primo coupé ibrido, l’Honda CR-Z, che ha fatto il suo debutto mondiale proprio al Salone di Detroit. La sportiva della casa giapponese – che ha nel suo listino gia’ due modelli benzina/elettrico (Civic Hybrid e Insight) – propone una nuova versione del sistema ibrido parallelo IMA abbinato per la prima volta a un cambio manuale a 6 marce. La trasmissione manuale e’ abbinata a un motore 1.5 litri a 4 cilindri che può contare sulla coppia aggiuntiva di 78 Nm fornita dal motore elettrico con potenza massima di 14 CV, posizionato tra il motore tradizionale e la trasmissione.

Sempre nel settore ibrido la Ford Fusion Hybrid è stata nominata Auto dell’Anno 2010 per il nordamerica. I consumi della Ford ibrida rispettano la media delle auto ibride della sua portata: 17,3 chilometri al litro nei percorsi cittadini e 15,2 chilometri al litro su autostrada. Si tratta di una delle auto più economiche in circolazione e rappresenta simbolicamente la necessità americana di puntare alla riduzione dei consumi e al ridimensionamento, sebbene in quanto a stazza ci sia ancora tanto lavoro da fare per avvicinarsi agli standard europei. Auto ecologiche a parte, il must dell’edizione 2010 è stato senza dubbio il downsizing ovvero la tendenza al ridimensionamento delle auto nel rispetto dell’ambiente: fenomeno al quale gli americani, loro malgrado, dovranno abituarsi. Dal Salone di Detroit 2010 si può fare tuttavia un bilancio positivo per il settore automobilistico mondiale: l’inversione di tendenza c’è stata nella produzione di auto ecologiche, le grandi case si stanno muovendo e adesso, in base alle regole del mercato, imporranno alle altre società il cambiamento. Il problema quest’anno sarà il tipo di risposta che i consumatori daranno al mercato dell’auto che, data la scarsa concorrenza, proporrà auto ecologiche o semi-ecologiche a prezzi non propriamente accessibili per i portafogli ancora provati dalla crisi.

Alessandro Ingegno

da Corriere del Mezzogiorno – Speciale Auto


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Smog a Napoli: ennesimo blocco flop del traffico

Ieri a Napoli c’è stata la prima restrizione al traffico veicolare del 2010 in base all’ordinanza del sindaco emessa il 7 dicembre 2009. Il blocco prevedeva la limitazione della circolazione dei veicoli più inquinanti, ad esclusione dei veicoli euro 4 o alimentati a Gpl e metano, nonché i veicoli a due ruote euro 3 ed euro 3, nella fascia oraria 7.30 – 11.30. Tutto il territorio cittadino era compreso nel provvedimento ad eccezione della Tangenziale e dei raccordi autostradali Napoli – Roma e Napoli – Salerno. Questi erano i buoni propositi di facciata.

I fatti però raccontano una realtà ben diversa: girando per le strade di Napoli si ha la sensazione di trovarsi in un giorno di ordinario traffico metropolitano. Rarissimi i posti di blocco della polizia municipale, concentrati la maggior parte nei punti più strategici, e molto scarsa la campagna d’informazione messa in piedi dal comune per incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico.

Sarebbe comunque troppo semplice addebitare esclusivamente la colpa dell’ennesimo blocco flop all’amministrazione comunale, alla quale vanno comunque riconosciuti i buoni propositi: questo tipo di iniziative però dovrebbero essere associate ad una maggiore sensibilizzazione della popolazione nei confronti di temi come quello dell’inquinamento atmosferico e ad un maggiore rigore nei controlli veicolari.

La città di Napoli nel 2009 ha superato ampiamente il numero massimo di giorni di sforamento del livello di PM10 consentiti dalla normativa europea, con ben 210 giorni. Va ricordato che il limite annuale massimo di sforamenti consentito (limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo d’aria) per evitare la procedura d’infrazione, è di 35 giorni l’anno. Proprio questo motivo nel dicembre 2009 l’assessore Nasti aveva ricevuto un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Napoli. I prossimi blocchi al traffico veicolare nella città partenopea sono previsti il 20 e il 27 gennaio 2010.

Alessandro Ingegno

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