Intervista a Salvatore Borsellino: italiani, difendete i magistrati
Diciannove anni fa il magistrato Paolo Borsellino veniva ucciso insieme agli agenti della sua scorta nella strage di via D’Amelio, a Palermo. Oggi il fratello Salvatore continua a portare avanti la sua battaglia alla ricerca della verità convinto, oggi come allora, che non si trattò di una strage di mafia, ma di una strage di Stato.
Il Punto Magazine in occasione della giornata di commemorazione del magistrato ha parlato con Salvatore Borsellino:
A 19 anni di distanza lei ha più volte affermato che oggi si respira un clima simile a quello del ’92. Il parallelo non è valido solo per le stragi di mafia, ma anche per la disastrosa condizione economica dell’Italia…
Il clima è simile perché c’è il rischio che si torni alle stragi non solo di mafia ma di Stato. Io ho paura che si ripeta quello che è avvenuto nel biennio ’92-‘93 quando per passare da un equilibrio politico ad un altro fu attuata la strategia dello stragismo. Le condizioni sono molto simili: la crisi politica ed economica è molto simile a quella del 92, così come il clima giudiziario ricorda molto ‘mani pulite’. Se il progetto di riforma della giustizia che l’attuale governo ha intenzione di promulgare fosse già legge non ci sarebbero state inchieste come quelle di mani pulite, e non si sarebbero scoperte le varie cricche. La cosa peggiore è che queste cose ci vengono dette apertamente. Questo rende difficile questo 19 luglio. A 19 anni di distanza siamo punto e da capo perché di nuovo ci sono dei magistrati che si stanno avvicinando alla verità e questi, come è successo a de Magistris e alla Forleo, rischiano la vita in una forma diversa rispetto a quella dell’uccisione fisica. Luigi de Magistris, per esempio, nelle sue inchieste si era avvicinato alla corruzione dei poteri forti e alle infiltrazioni all’interno della magistratura e per questo è stato ucciso come magistrato ed obbligato a trovarsi un altro campo di battaglia, lui che era nipote e figlio di pubblici ministeri.
Gasparri e Cicchitto ieri si sono rivolti al magistrato Ingroia affermando di essere loro a volere la verità, che effetto le ha fatto?
Le parole di Cicchitto e Gasparri le calcolo meno che un rumore di fondo. Preferisco non ascoltarli perché il loro attacco alla magistratura viene dal fatto che sono dei servi del potere e seguono le indicazioni di chi continua ad attaccare la magistratura chiamando i pm cancro e persone mentalmente deviate. Non sono neanche originali: Dicono quello che qualcuno gli ordina di dire.
I media italiani rivolgono la giusta attenzione alle vittime e alle stragi di mafia? C’è la giusta opera di sensibilizzazione, educazione e ricerca della verità?
Non importa che rivolgano l’attenzione ai familiari delle vittime perché non ne abbiamo bisogno. Dovrebbero rivolgere attenzione a cose molto più importanti come chiedere al presidente del Consiglio perché, quando si è saputo che c’erano delle procure che stavano riaprendo le inchieste sulle stragi di mafia, lui dichiarò preventivamente «ci sono delle procure che cospirano contro di noi». Questo dovrebbero fare i media italiani.
Come possono gli italiani tenere vivo il ricordo di suo fratello Paolo?
Gli italiani potrebbero commemorare mio fratello pretendendo che si arrivi al più presto alla verità nelle stragi di Stato e difendendo i magistrati. Questo sarebbe il metodo migliore per commemorare Paolo Borsellino: pretendere la verità e stare vicino ai futuri eroi dell’Italia.
Il Punto Magazine è una testata che nasce a Napoli, c’è un messaggio che vuole rivolgere alla nostra città e al sindaco de Magistris?
Purtroppo non ho potuto votare per Luigi de Magistris, ma avrei chiesto la cittadinanza pur di dare un voto a lui. L’augurio che faccio al sindaco è quello di riuscire nel suo intento di far rinascere Napoli. Io chiedo a tutti i napoletani di stargli vicino in questa sfida che ha accettato di combattere, perché per vincerla avrà bisogno di tutti i cittadini. Io chiedo a loro di stargli vicino perché de Magistris ha bisogno del supporto popolare così come i napoletani hanno bisogno di una persona come lui.
A.I.