Bocchino va alla guerra

“Colpirne uno per educarne cento”, è con questa accusa di maoismo che l’ex vice capogruppo Pdl alla Camera dimissionario ha dichiarato guerra al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ai suoi servili yesman.

Da oggi il politico napoletano ed editore del quotidiano Roma, dopo le dimissioni irrevocabili da vicario della Camera, è tornato ad essere un semplice deputato. Ma perché questa battaglia? Le motivazioni lui non le nasconde, anzi, le va sbandierando ai quattro venti ospitato da tutti i giornali e canali televisivi i quali sembrava non aspettassero altro che qualcuno che si opponesse seriamente al potere berlusconiano su questioni vere. In mancanza di un’opposizione seria ecco quindi Italo Bocchino superstar.

In rappresentanza di una minoranza della maggioranza, l’area finiana o, se vogliamo, i menscevichi del Pdl, il Trotsky azzurro rivendica maggiore democrazia all’interno del partito contro la deriva populista iniziata su un predellino nel dicembre 2007, chiede decisioni condivise o almeno discusse e non semplicemente imposte dal’alto così come è avvenuto fino ad oggi e soprattutto vuole chiarezza su temi come la giustizia, rapporti con la Lega e riforme; perché “non è questo il partito che volevamo”.

Tutto è partito dall’accusa di Silvio Berlusconi durante la Direzione della scorsa settimana: “non si possono vedere in tv risse tra uomini del Pdl come quella causata da Bocchino, Urso e Raisi” aveva detto il Premier. Una lista d’epurazione, secondo Bocchino, condita dalla provocazione “i finiani me li compro ad uno ad uno”. Infatti nel giorno della chiusura della Direzione girava già voce di una raccolta firme per chiedere le dimissioni del rivoluzionario. Bocchino quindi decide di giocare d’anticipo, presentando le proprie dimissioni e sfidando il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto a fare altrettanto per permettere un’elezione dei nuovi rappresentanti del partito in Parlamento, per effettuare una sorta di conta interna tra finiani e berluscones. Cicchitto si è guardato bene dal seguire Bocchino su questo campo minato e, dopo una giornata, quella dell’altro ieri, in cui le dimissioni erano rimaste in bilico, ieri il deputato napoletano ha annunciato l’irrevocabilità della sua decisione, rendendo nota la minaccia di Silvio Berlusconi infuriato dopo il suo intervento a Ballarò: “farai i conti con me, ti infilzo”. Bocchino quindi da epurato ha deciso di andare alla guerra contro il padrone del suo partito nonché l’uomo più potente d’Italia annunciando minaccioso: ”se è difficile per gli ex An uscire allo scoperto figuriamoci per quelli di Forza Italia. Ma in Aula comunque siamo decisivi”.

Questione di numeri, che potrebbero far saltare riforme, legge sulle intercettazioni e il federalismo fiscale tanto caro alla Lega. Il destino di questa maggioranza e del partito di plastica sembrano passare ancora una volta per Napoli dove Bocchino ha un’influenza politica ed economica di non poco conto. E proprio oggi mentre il Giornale di Berlusconi lancia accuse alla moglie di Bocchino, il Secolo d’Italia si chiede: ”Bocchino, il primo della lista?”.

da Xcittà

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