Si tratta di un progetto di città pensata per navigare sulla rete fluviale europea, depurarne le acque e sensibilizzare l’umanità verso la salvaguardia del patrimonio idrico come bene comune.
Il nome di questa eco-città marina è “Physalia – amphibious garden” e sarà un vascello lungo 80 metri dalla struttura avveniristica. Il progetto è dell’architetto belga Vincent Callebaut il quale, per Phylisia, ha voluto applicare le scienze alle tecnologie nel campo architettonico, allo scopo di creare un prototipo nuovo di edificio intelligente e interattivo.
Nella sua concezione l’architettura si fa sostenibile e diventa un rimedio biotecnologico per far fronte alla crisi ecologica che sta vivendo la nostra Terra, un punto d’incontro tra uomo e natura. Non a caso la struttura pensata per Physalia prende ispirazione proprio dalla natura con la sua forma di medusa in acciaio e alluminio, costituita da una sacca galleggiante e da tentacoli.
Physalia sarà una stazione mobile di depurazione capace di filtrare e purificare l’acqua che la circonda. La sua superficie reagisce ai raggi ultravioletti e assorbe e ricicla per effetto foto-catalitico i residui chimici e gli inquinanti rilasciati da altre imbarcazioni e dagli scarichi industriali. Il sistema idraulico del doppio scafo consente di filtrare l’acqua, che viene poi purificata biologicamente, grazie alla sua copertura vegetale.
Concentrato di natura e di biotecnologie, Physalia è stata ovviamente progettata con un’architettura sostenibile e ad energia positiva: genera cioè più energia di quanta ne consuma. Turbine idrauliche poste sotto lo scafo trasformano la corrente del fiume in energia idroelettrica, mentre la sua cupola vetrata contiene delle celle solari fotovoltaiche morbide.
Dal Danubio,al Volga, dal Reno alla Senna, Physalia potrà quindi navigare su tutti i fiumi d’Europa per sensibilizzare l’opinione pubblica delle popolazioni europee sul tema del rispetto dell’acqua, oltre e contribuire a rendere i nostri corsi d’acqua più puliti. Il nostro caro avvelenato fiume Lambro ne avrebbe proprio bisogno.
All’interno della struttura galleggiante vi saranno quattro giardini tematici, dedicati ai quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco), che saranno devoluti a spazi espositivi e d’incontro, laboratori di ricerca sull’ecosistema acquatico, dedicati all’approfondimento delle tematiche ambientali come la biodiversità. Non a caso il suo ideatore l’ha paragonata ad un’agorà fluttuante.
Al suo interno si approfondiranno le tematiche del trasporto fluviale e del consumo idrico direttamente collegati allo sviluppo dei trasporti fluviali, al controllo del riutilizzo delle acque piovane e al riuso delle acque domestiche e industriali, oltre che alla depurazione delle acque inquinate provenienti dall’agricoltura. Su tutti però il tema dominante sarà quello dell’accessibilità, quantitativa e qualitativa, all’acqua potabile come bene comune; tema di grande attualità oggi in tutto il mondo e in particolare nel nostro Paese.
Alessandro Ingegno
da Yeslife.it