Polveri sottili, qual’è l’origine a Napoli?

Parla il Dott. Francesco Varriale, redattore del rapporto sulle attività del Porto di Napoli e inquinamento da pm10: “Il traffico veicolare come l’attività portuale non giustificano un aumento del 134% dal 2007 al 2008 e neppure gli oltre 150 sforamenti del 2009”. Restano i dubbi sul funzionamento delle centraline Arpac.

Dottor Varriale, dal suo studio emerge che non è imputabile al Porto di Napoli l’aumento delle PM10 in questi anni?

Come ho scritto nella relazione c’è stato un incremento contenuto del traffico portuale (dati autorità portuale) ma la cosa singolare è che nel 2006 abbiamo avuto lo stesso numero di sforamenti (70 ) che nel 2007. Nel 2007 c’è stato un incremento del numero di navi che hanno transitato nel porto di Napoli, rispetto al 2006, del 7,8% per le navi passeggeri e del 3,8% del traffico commerciale di container. A fronte di questo aumento non c’è stata alcuna variazione delle polveri sottili.

Andando al 2008 abbiamo ancora un aumento del traffico passeggeri, più contenuto (+3,8% per i passeggeri e 4, 5% per i container) ma proprio in questo anno si ha il picco dei superamenti: 164 volte. La correlazione diretta tra incremento del traffico portuale e polveri non è sicuramente sostenibile.

Quindi lei a cosa crede sia dovuta questo incremento di polveri sottili registrato negli ultimi 3 anni?

Nella produzione di polveri sottili nella città di Napoli il porto contribuisce per il 42,4% della immissione totale della quantità di polveri sottili, il 19,8% è dovuto agli impianti residenziali e le auto al terzo posto con il 17%. L’immissione portuale è costante ma la variazione del 2008 è anomala soprattutto in condizioni climatiche normali. Sicuramente però si può provare a diminuire la percentuale immessa dal Porto, ad esempio introducendo l’attracco elettrico in modo tale da obbligare le navi a spegnere i motori una volta entrate nel golfo, evitando così un’enorme quantità di emissioni.

A questo punto se il traffico incide relativamente e il porto anche i dubbi sono sulle centraline di rilevamento…

A novembre quando abbiamo avuto il picco degli sforamenti io avanzai la perplessità circa il corretto funzionamento delle centraline e dei dati Arpac. Guardando i dati meteo in condizioni climatiche sicuramente sfavorevoli all’accumulo abbiamo avuto sforamenti molto elevati. Ad esempio se abbiamo un forte vento le polveri non dovrebbero sedimentarsi.

A fine febbraio sarà pronta una nuova pubblicazione su questo tema, perché sicuramente va fatto un grande studio più attento sulle fonti: il traffico veicolare come l’attività portuale non giustificano un aumento del 134% dal 2007 al 2008, e di conseguenza non giustificano gli oltre 150 sforamenti del 2009.

Alessandro Ingegno

da EcodalleCittà

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  1. 26 luglio 2010

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